E parallelamente, nei media e sui social network, una “idealizzazione zuccherosa”:
famiglie perfette, infanzie perfette, relazioni perfette, feste perfette.
Due mondi completamente diversi
E invece di introdurre a velocità della luce un vero supporto, la prevenzione della salute mentale, l’educazione emotiva, invece di chiamare i problemi con il loro nome, si continua a martellare narrazioni che non riparano nulla, ma approfondiscono solo le divisioni.
La verità è che solo grazie a Internet oggi vediamo la realtà di questo mondo. Non perché prima fosse meglio. Ma perché prima non lo sapevamo.
I problemi erano gli stessi:solo che non c’era Internet, venivano nascosti sotto il tappeto, chiusi tra quattro mura, invisibili. Internet ha smascherato i fatti. Ha mostrato la scala della sofferenza, della solitudine, della disgregazione delle relazioni.
E questo fa male — perché distrugge le illusioni.
Per questo, per molte persone, il periodo delle feste non è un tempo di gioia, ma un tempo di massima sofferenza, di solitudine, di confronto doloroso con ciò che manca: vicinanza, sicurezza, relazioni autentiche.
E finché preferiremo idealizzare invece di affrontare la verità e fare qualcosa, questo mondo non diventerà migliore. Perché non si può curare ciò che non vogliamo vedere.
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